Riprendiamoci due parole che, oltre all’essere state deliberatamente storpiate per spaventarti, hanno molto in comune: hacker e anarchico. Abbandona ogni preconcetto instillato da TG e cinema, appropriati di concetti che già combaciano con i tuoi ideali di amore e condivisione.
Hacker
Pensa all’ultima volta che qualcosa nella tua vita non funzionava come dovrebbe. Un’app. Una procedura burocratica. Un’organizzazione. Una regola assurda.
Ti sei mai chiesto: “Ma chi ha deciso che deve funzionare così? C’è un modo migliore?”
Quello è pensiero hacker.
Non parliamo di incappucciati al computer che ti svuotano il conto bancario. Parliamo di gente come Tim Berners-Lee che ha inventato il Web, o come Richard Stallman che ha detto “il software deve essere libero” e ha costruito gli strumenti perché fosse possibile. Parliamo anche di tanti altri anonimi che resistono alle imposizioni e i giochi di potere per tutelare la collettività.
Ma soprattutto: hacking non si limita ai computer. È capire come funziona qualsiasi sistema (una burocrazia, un’organizzazione, una legge, un contratto) per trovare modi creativi di usarlo meglio.
Esempi di hacking quotidiano che forse già fai:
- Leggi il contratto di affitto per trovare le clausole a tuo favore che il padrone non ti dice
- Impari a fare riparazioni da solo invece di pagare sempre qualcuno
- Condividi con altri come bypassare procedure inutili
- Costruisci qualcosa di utile e creativo con materiali di recupero nati per altro
Se hai mai fatto una di queste cose, sei già un hacker.
Il potere ti vuole ignorante e dipendente. Ogni competenza che acquisisci è potere che sottrai a chi vuole controllare la tua vita. Questo è hacking: trasformare l’ignoranza in autonomia.
Anarchico
Immagina un progetto di lavoro dove nessuno comanda. Dove le decisioni si prendono insieme. Dove se qualcuno ha un’idea la può realizzare, senza aspettare l’ok del capo. Dove le competenze si condividono invece di accumularsi.
Ti sembra caos? Eppure Wikipedia funziona così. Linux funziona così. Noblogs funziona così. La maggior parte del software che usi ogni giorno è stato costruito così: migliaia di persone che contribuiscono liberamente, senza CEO, senza gerarchia.
Anarchia non significa disordine, ma cooperazione.
Ordine senza comando. Significa decidere insieme invece che subire decisioni dall’alto. Significa giudicare le persone per quello che fanno, non per il titolo che hanno.
Gli spazi anarchici – centri sociali, hackerspace, progetti collettivi – funzionano benissimo. Spesso meglio delle organizzazioni tradizionali, perché chi fa le cose è chi le ha decise. Niente capi che decidono dall’alto senza sapere la realtà. Niente aspettare permessi per fare ciò che va fatto.
funziona!
Forse ti è capitato di lavorare in un posto dove il capo poteva fare o dire praticamente qualunque cosa. Dove se sei donna, o queer, o semplicemente non piaci a chi sta sopra, puoi subire senza poter fare molto.
Gli spazi senza gerarchia sono più sicuri per una ragione semplice: dove tutti hanno lo stesso potere, nessuno può abusarne.
Nessun superiore che discrimina senza conseguenze. Nessun “esperto” che ti parla dall’alto. Se qualcuno si comporta male, tutti lo vedono. E tutti possono intervenire.
Condivisione vera, non favori. Quando qualcuno ti insegna qualcosa in cambio di soldi o status, crea dipendenza. Quando te la insegna per mutuo appoggio, ti sta liberando. Negli hackerspace e nei centri sociali le competenze si condividono liberamente: non importa chi sei, da dove vieni, che titoli hai. Importa che vuoi imparare e che sarai disposto a insegnare ad altri.
Sembra utopia? Eppure funziona. Ogni giorno. In centinaia di spazi. Semplicemente nessuno ti ha mai detto che esistono.
Linguaggi Diversi
Stessa Filosofia
Nel 1984, il giornalista Steven Levy documenta “l’etica hacker” in sei principi:
- L’accesso ai computer dev’essere totale e illimitato
- Tutta l’informazione dovrebbe essere libera
- Diffida dell’autorità, promuovi la decentralizzazione
- Giudica le persone per quello che fanno, non per i titoli
- Puoi creare arte e bellezza con la tecnologia
- La tecnologia può cambiare la vita in meglio
Ora fai questo esercizio: sostituisci “computer” con “mezzi di produzione” e “hacker” con “lavoratori”. Cosa ottieni? Esattamente ciò che Malatesta e gli anarchici dicevano dal 1890.
Non è una coincidenza. È la stessa intuizione: i sistemi sono modificabili. Il potere è distribuibile. Le gerarchie sono opzionali (e anche dannose).
Quando Condividere Diventa Rivoluzione
Ti hanno insegnato a proteggere le tue conoscenze. “Non dire agli altri come fai, se no non sei più indispensabile”. “Se condividi tutto, cosa ti rende speciale?”
Ma cosa succederebbe se facessimo il contrario?
Quando rilasci il tuo lavoro con licenza libera, stai dicendo: il valore non sta nel possedere, sta nell’usare.
Quando insegni le tue competenze senza chiedere nulla, stai dicendo: la conoscenza non deve essere scarsa per essere preziosa.
Sembra idealismo? Eppure Linux, Wikipedia e anche i server che ci ospitano funzionano così.
Nessun CEO. Nessun profitto privato. Solo persone che contribuiscono perché credono che sia giusto.
Non è buonismo. È costruzione strategica di un’alternativa funzionante.
Gli Spazi Dove Tutto Questo si Realizza
Forse pensi: “Bello in teoria, ma nella realtà non funziona”.
I centri sociali occupati esistono. Gli hackerspace esistono. Le comuni esistono.
E funzionano.
Non sono utopie. Sono laboratori concreti dove si sperimenta ogni giorno:
- Come si decide senza comandare
- Come si condividono risorse senza mercato
- Come si impara senza pagare e senza gerarchie
- Come si vive senza qualcuno che ti dice cosa fare
Quando sgomberano un centro sociale, non stanno solo buttando fuori della gente. Stanno cancellando la prova vivente che l’alternativa funziona. Stanno chiudendo un esperimento riuscito che fa paura a chi ha interesse nel sistema attuale.
Come Iniziare
Forse adesso pensi: “Ok, interessante. Ma io cosa posso fare?”
Impara qualcosa che ti rende meno dipendente
Non serve essere geni. Impara a leggere un contratto. Impara a riparare l’oggetto che di solito paghi qualcuno per riparare. Impara come funziona quella procedura burocratica che ti sembra un mistero. Ogni competenza che acquisisci è potere che sottrai a chi vuole controllarti.
Insegna qualcosa che sai
Conosci una cosa che altri non sanno? Condividila. Scrivi una guida. Fai un tutorial. Aiuta un amico. Non aspettare di essere “esperto abbastanza”. Insegna mentre impari. Questo è mutuo appoggio.
Trova (o crea) uno spazio dove sperimentare
Cerca un hackerspace, un centro sociale, un gruppo di auto-organizzazione nella tua zona. Se non esiste, inizia tu. Può essere semplice: una chat di gruppo dove ci si insegna cose a vicenda. Un’assemblea di quartiere. Un progetto condiviso.
Usa i sistemi contro se stessi
Hai mai notato che le regole hanno sempre punti deboli? Impara a trovarli. Usa le procedure contro chi le ha imposte. Trova i vuoti normativi. Non violare le leggi: usale in modi che chi le ha scritte non aveva previsto. Questo è hacking strategico.
Costruisci alternative concrete
Non basta criticare. Serve costruire. Ogni progetto open source è un’alternativa al software proprietario. Ogni gruppo di acquisto collettivo è un’alternativa al supermercato. Ogni spazio autogestito è un’alternativa al mercato degli affitti. Piccole cose, concrete, replicabili.
Cosa Succederebbe Se…
Immagina un mondo dove:
- Le competenze sono di tutti, non proprietà di pochi “esperti”
- Le decisioni le prendono chi le deve attuare, non chi comanda dall’alto
- Le risorse si condividono invece di accumularsi
- Impari gratuitamente da chi sa, e insegni gratuitamente a chi non sa
- Non devi chiedere permessi per fare ciò che è giusto
Sembra fantasia? È già realtà. In migliaia di spazi. Semplicemente nessuno te lo dice.
La domanda non è “è possibile?”. La domanda è: perché non lo stai già facendo?
Il Primo Passo
Non serve diventare un programmatore esperto o un rivoluzionario a tempo pieno.
Non serve essere geni o eroi, serve:
- Imparare una competenza che ti rende più autonomo
- Insegnare una cosa che sai a qualcuno che non la sa
- Condividere invece di accumulare
- Usare un sistema in un modo non previsto da chi l’ha creato
- Partecipare a uno spazio dove si decide insieme
Ogni giorno che fai questo, costruisci alternativa. Ogni volta che insegni invece di vendere, pratichi mutuo appoggio. Ogni volta che condividi invece di trattenere, fai un pezzetto di rivoluzione.
Non è teoria. È pratica quotidiana. È vita vissuta diversamente.
Hacking e Anarchia, due linguaggi, stessa intuizione.
Stesso rifiuto delle gerarchie inutili.
Stessa costruzione di alternative concrete.
Stessa necessità di cooperare volontariamente per il bene comune.
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“Noi vogliamo dunque abolire radicalmente la dominazione e lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, noi vogliamo che gli uomini affratellati da una solidarietà cosciente e voluta cooperino tutti volontariamente al benessere di tutti; noi vogliamo che la società sia costituita allo scopo di fornire a tutti gli esseri umani i mezzi per raggiungere il massimo benessere possibile, il massimo possibile sviluppo morale e materiale; noi vogliamo per tutti pane, libertà, amore, scienza.” – Errico Malatesta
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